文 / 弗朗切斯科 · 普羅富莫
di Francesco Profumo
來源:《中意》雜誌
這是一個關於中意教育合作的故事,我們構建了兩國間穩固的專業性教育網絡。
È la storia di come abbiamo costruito insieme una rete solida, per la crescita umana, culturale e professionale dei nostri giovani, tra la Cina e l』Italia.
我與中國的故事開始於2005年。那一年,我當選為都靈理工大學校長。在我與當地商界人士見面時,時任都靈工業聯合會主席吉安弗朗科·卡爾博納託向我提出了一個讓他非常困擾的問題:在皮埃蒙特大區,與中國建立商貿合作關係的企業數量增長明顯,而這些企業正面臨一個頗為棘手的問題——如何對中國員工進行培訓,建立起他們對義大利企業的信任,並讓雙方的關係更為穩固,而不只局限於簡單的一紙合約。
作為一名教授、一位校長,我想到了大學在這一問題上所能起到的紐帶作用。於是我開始著手構建都靈理工大學與上述企業間的合作機制,讓外國留學生可以在監護下前往各個企業進行實習培訓,並建立勞資雙方穩固的信任關係。總體而言,我尋求通過這一機制的建立解決義大利商界所面臨的實際問題。簡而言之,我試圖為義大利商界找到一種以實際需求為基礎的結構性解決方案。
我們首先建立了中意高等院校間的關係網絡,其所服務的對象不僅局限於高校畢業生,還包括大學新生。此外,如果希望中國的大一新生能夠來義大利,我們還需要關注中國的各大高中。
在都靈理工大學當時的兩萬名在校生中,留學生佔比2.5%,而中國學生僅有27人,人數太少。
因此,開設利用英語教學的專業課程成為了客觀需要。從最初幾年的嘗試,我們逐漸完善並最終建立了與意語教學平行設立的完備的英語教學專業課程。
從那時起,我開始頻繁地往返於中意兩國之間。每年我都會去中國四、五次,訪問中國大學,並在義大利企業與中方相關人士幫助下在中國各個高中舉行推介活動。
2006年,我們首先與上海同濟大學籤署了相關協議。
我們與米蘭理工大學、同濟大學共同開設了POLI-TONG本科教育項目,招生對象包括中意兩國學生,學生入學後將分別在中國和義大利完成相關課程。這一項目也對加強中意人才交流和文化關係作出了貢獻。
隨後,在都靈理工、義大利各大企業與使領館的不懈努力及中國各大高校與高中的幫助下,我們構建了中意之間穩固並高效的合作關係網,這對加強兩國教育合作具有決定性的作用,並促使雙方妥善解決了後續所遇到的一些新問題,例如義大利留學籤證。
中國學生想要辦理義大利留學籤證,首先需要通過高考,這也導致了教育籤證的申請數量會在每年8月前後達到高峰。為此,都靈理工大學向義大利在華使領館委派了相關人員,以協助他們完成籤證工作。
同時,隨著兩國教育關係的進一步鞏固與加強,我們還與中方籤署了關於博士學位與獎學金方面的相關協議。
而在義大利,都靈理工大學也在相關科室安排了中國籍工作人員,專門幫助新入學的中國留學生完成登記註冊:就像在大學中開辦一家銀行,為學生們開通個人帳戶。
此外,我們還分別與都靈警察局和義大利大學權利保障基金會開展合作,在大學校園中開設了居留許可籤發辦公室,並為中國留學生安排妥善居所。與此同時,學校食堂還增添了包括中餐在內的多元化飲食,以滿足來自全世界60餘個國家留學生的需求。
可以說,都靈理工的一系列舉措為外國學生營造了親切、友好的環境,也在客觀上促進了留學生數量的提高。到2011年我卸任校長的時候,都靈理工共有在校生24000名,外國學生佔比提高至15%,而中國留學生已達到2000名。
與此同時,我們還在多年的工作中總結了一些經驗:我們不僅會前往中國的大城市進行招生,也會在一些高考分數線較高的地區招收人才。
此外,我的個人生活也與中國產生了越發緊密的聯繫。我的兒子朱利奧一直在華工作,他起初就職於一家汽車製造公司,隨後又進入了電信行業的龍頭企業華為,這也讓我前往中國的每次旅程平添了幾分溫暖和意趣。幾年前,我在華出差時又遇到了同濟大學的前任校長,正是他與我在2006年籤署了POLI-TONG項目的第一份協議,而我們兩人在重逢時均已轉換了身份:他成為了中國科技部部長,我也成為了義大利教育、大學與科研部部長。
作者為義大利儲蓄銀行協會(ACRI)主席,義大利前教育、大學與科研部部長
張碩 譯
È la storia di come abbiamo costruito insieme una rete solida, per la crescita umana, culturale e professionale dei nostri giovani, tra la Cina e l』Italia
La mia relazione stabile con la Cina inizia a fne 2005, quando fui eletto rettore del Politecnico di Torino. Durante i miei primi incontri con il mondo imprenditoriale del territorio, l』allora presidente dell』Unione Industriali di Torino, Gianfranco Carbonato, mi rappresentò un problema che lo angustiava: il numero di aziende piemontesi con relazioni industriali e commerciali con la a Cina era in netto aumento, ma queste imprese incontravano un serio problema di ritorno degli investimenti, in termini di formazione del personale cinese nelle sedi del grande Paese asiatico, per via del veloce turn-over. Il tema era quello di fdelizzare i lavoratori cinesi nei loro rapporti con le aziende italiane, dunque creare un legame più stretto, che andasse oltre al semplice contratto di lavoro. Da professore, oltre che da rettore, pensai ai miei studenti, ai legami e alle amicizie che l』università contribuisce a saldare nel tempo. Così cominciai a mettere in piedi un sistema più strutturato di relazioni, tra Politecnico e aziende, che permettesse agli studenti stranieri di venire a studiare a Torino con forme di tutoraggio e tirocinio nelle imprese, in modo da creare un rapporto di fducia tra gli uni e le altre che potesse rappresentare una forma maggiore di stabilizzazione. Cercai, insomma di trovare una soluzione strutturale a un bisogno pratico, rappresentatomi dal mondo imprenditoriale italiano. Iniziammo a creare un sistema di reti universitarie, tenendo presente che l』idea era quella di coinvolgere non soltanto gli studenti dei corsi di laurea magistrale, ma anche di primo livello. Dunque bisognava parlare anche con le scuole superiori cinesi, se volevamo far arrivare in Italia anche le matricole. Allora, al Politecnico di Torino, gli studenti stranieri erano circa il 2,5% dei 20mila totali. E i cinesi solo 27. Il numero andava incrementato.
Perché ciò avvenisse era necessario creare corsi di laurea in lingua inglese. E così facemmo, a partire dai primi anni per poi pianifcare interi corsi di studi in lingua, paralleli a quelli in italiano. Iniziai a fare la spola con la Cina, quattro-cinque volte l』anno, per incontrare i loro atenei e, anche grazie alle reti delle aziende italiane, a fare promozione nelle scuole superiori grazie ai dipendenti cinesi delle imprese nazionali. Il primo accordo fu siglato nel 2006 con l』università di Tongji a Shanghai. Creammo il Poli-Tong con il Politecnico di Milano e la Tongji University, un percorso universitario comune, per studenti italiani e cinesi, che prevedeva di studiare alternativamente nei due Paesi, contribuendo a rafforzare le relazioni umane e culturali, oltre che professionali, tra Italia e Cina. Da questo primo accordo, grazie al lavoro incessante del Politecnico di Torino, ma anche delle imprese italiane e del nostro consolato, e dell』interesse e dell』impegno degli atenei e delle scuole superiori cinesi, abbiamo costruito una rete di collaborazione salda ed efciente, che ha rappresentato l』elemento determinante per il successo dell』iniziativa, anche nella risoluzione dei problemi che abbiamo incontrato strada facendo.
Un esempio su tutti, quello dei visti per gli studenti.
Per ottenerlo, i giovani cinesi devono prima aver superato il Gaokao, più o meno il loro esame di maturità. Ciò determinava un ingolfamento delle richieste, concentrate tutte nello stesso periodo, nel mese di agosto. Pensammo quindi di aiutare il consolato inviando personale del Politecnico a sostegno. Mano a mano che le relazioni si intensifcavano e si saldavano, abbiamo incominciato a pensare anche a siglare accordi per la didattica, la ricerca, per il dottorato dopo il secondo anno e per le borse di studio sia in Italia che in Cina. Il Politecnico di Torino, durante il periodo delle immatricolazioni, ha iniziato a prevedere a Torino, nei nostri uffici, personale cinese dedicato per guidare gli studenti cinesi nelle pratiche di registrazione, così come la banca dentro l』ateneo, per aiutarli ad aprire un conto.
Grazie a un accordo con la Questura, abbiamo stabilizzato postazioni all』interno dell』università per il rilascio dei permessi di soggiorno, e con l』Ente per il diritto allo studio, abbiamo stabilito una quota di alloggi da riservare agli studenti provenienti dalla Cina. Infne, la mensa del nostro campus ha cominciato a servire pasti con opzioni etniche e cinesi sempre più frequenti, per favorire l』integrazione degli studenti provenienti ormai da oltre 60 paesi nel mondo. Tutte queste azioni sinergiche hanno contribuito a creare un ambiente accogliente e amichevole che ha riscritto i numeri del Politecnico. Quando ho lasciato il mio posto di rettore, nel 2011, l』ateneo aveva ormai oltre 24mila studenti, ma la quota di stranieri era balzata oltre il 15%, con almeno 2000 giovani provenienti dalla Cina. Negli anni abbiamo anche imparato qualcosa di più, cercando gli studenti cinesi più brillanti non tanto nelle grandi città, ma nelle zone dove il punteggio del Gaokao per accedere alle università all』estero è più alto. Nel frattempo, le mie relazioni con la Cina si intrecciavano anche personalmente. Mio fglio Giulio per diversi anni ha lavorato nel Paese asiatico, prima per un』azienda automobilistica e poi per il colosso delle telecomunicazioni Huawei. Ai miei viaggi professionali, dunque, si sono aggiunti quelli familiari e di piacere. E anche quelli istituzionali: infatti, per i casi della vita, ho rincontrato qualche anno fa per lavoro l』ex rettore dell』università Tongji, con cui frmai il primo accordo nel 2006. Entrambi eravamo in altre vesti: lui ministro delle tecnologie del governo cinese, io ministro dell』Istruzione, Università e Ricerca di quello italiano.
L』Autore è presidente di ACRI - Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa e già ministro dell』Istruzione, dell』Università e della Ricerca scientifca.
Traduzione di Zhang Shuo
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原標題:《在信任中開啟的中意教育合作項目 Poli-Tong Vuol Dire Fiducia》
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