Il futuro del calcio in Cina sono i giovani: la 「ricetta」 di Marcello Lippi
di Piero Cellarosi
Il presidente cinese Xi Jinping non ha mai fatto mistero della sua passione per il calcio. Anche prima di assumere l』incarico, ha più volte manifestato il suo forte interesse per il 「gioco più bello del mondo」, svelando, nel 2011, la sua speranza di vedere nel prossimo futuro una nazionale cinese più competitiva. Uno dei suoi obiettivi è che la Cina possa ospitare a breve i mondiali di calcio; il suo sogno è vincerli, un giorno.
A giudicare dalla riforma del settore calcistico avviata di recente, con progetti che coinvolgono tutti i livelli di governo, la Cina sembra veramente intenzionata a dire la sua anche nel calcio, magari ispirandosi ai molti successi sportivi ottenuti negli ultimi anni nelle discipline olimpiche.
Agli inizi del 2015, il governo ha assegnato a un gruppo di lavoro di alto livello la missione di trasformare la Cina in una potenza mondiale nel calcio. Tra le prime iniziative intraprese, quella di rendere il calcio materia obbligatoria nelle scuole; entro il 2020 apriranno, inoltre, circa 20mila scuole calcio (50mila entro il 2025), da cui si spera possano uscire almeno 100mila calciatori professionisti.
Oltre ai progetti a livello nazionale, con il nuovo progetto calcio, il governo cinese incoraggia attivamente la cooperazione e gli scambi con l』estero - inclusi programmi di formazione di giovani calciatori e allenatori, gemellaggi con squadre dei principali campionati europei e altre attività affini. Anche con l』Italia sono numerose le iniziative di questo tipo avviate di recente, tra cui ricordiamo: il progetto dell』Accademia del Calcio,lanciato nell』aprile di quest』anno - per la formazione di allenatori cinesi in collaborazione con l』Associazione Italiana Allenatori Calcio, il Pavia calcio e l』Università di Pavia –; il gemellaggio tra l』Atalanta e la squadra di Yanbian, neopromossa nella massima serie cinese.
La Cina sta, inoltre, cercando di attirare un numero sempre maggiore di stelle internazionali, tra le quali figura certamente l』ex ct della nazionale italiana campione del mondo nel 2006, Marcello Lippi.
Dal 2012 al 2014, Lippi ha allenato la squadra del Guangzhou Evergrande, conducendola alla conquista di ben tre campionati nazionali consecutivi, una coppa nazionale e la Champions League asiatica – divenendo l』unico tecnico al mondo ad avere conquistato la Champions League sia in Europa, con la Juventus nel 1996, sia in Asia, con l』Evergrande nel 2013.
Il 1 dicembre a Pechino, in occasione della presentazione presso l』Istituto Italiano di Cultura della sua autobiografia 「Lo spirito di squadra nello sporte nella vita: l』esperienza di un grande direttore tecnico」- pubblicata in lingua cinese dalla casa editrice Yilin –, Lippi, rispondendo alle domande deigiornalisti, ha espresso un suo parere sulla situazione attuale del calcio cinese. Secondo il tecnico viareggino, 「il Guangzhou Evergrande」 – la squadra di cui è stato allenatore fino al novembre del 2014 e direttore tecnico fino al febbraio 2015 – 「potrebbe tranquillamente giocare in Serie A」; inoltre, 「alcuni giocatori della nazionale cinese, come Zhang Linpeng (per cui c』è stato, direcente, un interessamento da parte di Inter e Chelsea) e Feng Xiaoting, sono pronti per i campionati europei, ma le squadre straniere non sono ancora disposte a pagare le cifre richieste dai club cinesi」, probabilmente perché ritengono non opportuno effettuare investimenti importanti per giocatori ancora poco conosciuti al pubblico europeo.
L』ex ct della nazionale ha anche indicato quello che per lui è l』ostacolo maggiore per uno sviluppo di tutto il potenziale del movimento calcistico cinese, suggerendo una possibile strada da perseguire per superarlo: 「Il problema più grande è che i bambini cinesi non pensano al calcio」. In paesi con una tradizione calcistica più lunga e radicata, la prima cosa che i bambini fanno, dopo la scuola, è prendere un pallone e andare a giocare. 「In Cina」, - ha proseguito Lippi – 「non si vedono mai bambini giocare a pallone in strada」. Per cui la Cina avrebbe bisogno di coltivare maggiormente la cultura calcistica all』interno del paese, partendo dai bambini. Lippi ha, inoltre, suggerito di promuovere il calcio all』interno delle scuole e di seguire l』esempio del Guangzhou Evergrande, con l』istituzione di accademie calcio per creare dei vivai al fine di sviluppare il settore giovanile.
Un pensiero simile lo aveva espresso non molto tempo fa anche il presidente dell』Associazione Italiana Allenatori Calcio, Renzo Ulivieri, che, interpellato sul progetto di riforma calcistica in atto in Cina, aveva dichiarato aCinitalia: 「È un progetto di larga portata, che va a incidere su tanti settori della società cinese, a partire dalle scuole. Ma, forse, c』è bisogno di aggiungere qualcos』altro. Se posso permettermi di dare un consiglio, è necessario concentrarsi sulla ricerca di spazi e infrastrutture dove i ragazzi possano giocare in libertà, questo è basilare nello sviluppo e nell』affermazione di un movimento calcistico」.
In riferimento alle potenzialità della nazionale di calcio maschile, il mister Lippi ha preferito non fare previsioni sulla data di una possibile vittoria della Cina ai Campionati del mondo. Da uomo di sport ha sottolineato, tuttavia, che tali traguardi si raggiungono solo con la giusta programmazione, ripetendo che 「se la Cina vuole ottenere dei successi, deve innanzitutto puntare sui giovani」.
Parlando della sua esperienza come allenatore in Cina, Lippi ha dichiarato di essersi trovato molto bene, in particolare per l』affetto ricevuto dai tifosi cinesi - che l』hanno spiritosamente soprannominato yinhu, 「volpe argentata」. Nonostante il calore dei tifosi, Lippi ha escluso, per ragioni personali, la possibilità di un suo ritorno sulla panchina di una squadra di club in Cina. Alla domanda 「tornerebbe ad allenare in Cina?」, Lippi ha, infatti, risposto: 「Una squadra di club...? No」. La risposta sibillina ha lasciato intendere, tra le righe, che probabilmente accetterebbe volentieri, invece, l』incarico di allenare la nazionale; tuttavia, alla precisa domanda di un nostro giornalista, su un suo possibile futuro da ct della nazionale cinese, Lippi ha elegantemente evitato di rispondere in maniera diretta, affermando che「non sarebbe corretto nei confronti del collega francese [Alain Perin, ex allenatore del Lione campione di Francia nella stagione 2007-2008; ndr] attualmente ct della nazionale cinese」.
Nel calcio è difficile prevedere i movimenti di mercato, così come complicato indovinare i trasferimenti degli allenatori, per cui non è il caso di speculare troppo su queste dichiarazioni del mister. Una cosa è certa, però: Marcello Lippi ha ancora tanta voglia di campo e la sua filosofia calcistica, riassunta dal suo personale motto 「Nessuno di noi è più forte di noi insieme」, ben si sposerebbe con il sogno cinese di vincere il mondiale.